Bolognese da tre generazioni, dalla mia città e dai suoi portici ho imparato il valore della relazione e dell’accoglienza, mentre dalla sua tradizione imprenditoriale ho ereditato il desiderio di costruire qualcosa di mio.
Sono entrata nel mercato del lavoro nei primi anni 2000, quando i contratti a tempo indeterminato erano stati sostituiti dai contratti a progetto. Non ho mai potuto dare il lavoro per scontato e questo mi ha allenata a convivere con l’incertezza, ma anche a cercare nuove opportunità. Passare da un contesto di lavoro a un altro, a volte anche nel corso della stessa giornata, mi ha insegnato la flessibilità e l’adattamento, ma anche a comparare scenari e suggerire nuove soluzioni, traslando le pratiche migliori da un posto all’altro.
Ho iniziato, così, a vivere il lavoro come una fonte di realizzazione personale. Il criterio con cui accettavo o rifiutavo una proposta non era più il tipo di contratto, ma il tipo di progetto. Da quel momento in poi, ho sempre preso incarichi in cui credevo, svolgendoli nel modo in cui ritenevo giusto, in sintonia con i miei valori.
Non ho mai misurato il successo dal guadagno. Il compenso è solo l’esito di un lavoro ben fatto, ma non l’obiettivo primario. La vera soddisfazione risiede nelle relazioni solide e positive che ho costruito nel tempo, e nell’opportunità di essere raccomandata da persone che hanno apprezzato il mio impegno e la mia professionalità.”
Cicerone diceva: “Ut sementem feceris, ita Metes”, che significa “come avrai seminato, così raccoglierai”. Metes rappresenta questo: il raccolto. L’esito di quelle buone intenzioni, con il mio modo di essere e di lavorare ho seminato e voglio continuare a seminare.
Il lavoro da Head Hunter è arrivato per vie inaspettate nel mio percorso professionale. Mi sono laureata in Storia e, grazie ai mentori che ho trovato sul mio cammino e alla curiosità che mi accompagna, ho sviluppato competenze nell’ambito della Ricerca e della Selezione.
Svolgo questa professione con passione e grande determinazione da oltre dieci anni, cercando di capire e ascoltare i miei interlocutori, per comprendere se il progetto che propongo può essere adatto e interessante per loro, e, allo stesso tempo, se la loro professionalità può essere apprezzata dai nostri clienti.
Lo faccio nel modo più trasparente possibile, perché è nell’interesse di tutti che le cose funzionino. Mi piace studiare nuove modalità e nuovi strumenti, per evolvere e migliorare continuamente la mia professionalità.
Una delle cose che apprezzo di più di questa professione sono le lezioni di vita che mi offre. È fondamentale essere aperti e privi di preconcetti quando si è in ascolto di una persona. Mantenere la mente aperta permette di comprendere appieno il punto di vista e le esperienze dell’altro, senza influenze o preconcetti che potrebbero distorcere la realtà.
È per questo che ritengo che l’ascolto sia profondamente importante, indipendentemente dal tipo di feedback che riceverò. Anche se il professionista mi dice che non sta cercando un cambiamento lavorativo, o non ha intenzione di farlo in futuro, è cruciale rimanere aperti e ascoltarlo attentamente.